P R I M O M A R Z O 2 0 1 0
la solidarietà è un’arma
Il centro di documentazione “Fuori Controllo” ha aderito al comitato primomarzo2010 in solidarietà con tutti i migranti e con le politiche repressive e razziste a cui queste persone vengono condannate. Il Governo italiano nel 2009 ha varato il cosiddetto Pacchetto Sicurezza, dove tra le altre cose viene inserito il reato di clandestinità. Ma questo nuovo decreto legge sulla sicurezza, voluto fortemente dal leghista Maroni, non riguarda solo i cittadini extracomunitari, bensì colpisce ad ampio raggio tutti noi aumentando il controllo sociale e la repressione.
“Fuori Controllo” è in piazza oggi anche per ricordare la lunga scia di morti nella nostra bella Europa democratica. Perché di immigrazione si muore, e sono diversi i modi in cui si può perdere la vita: in mare, lasciati abbandonati a sé stessi da Governi che si rimbalzano l’un l’altro responsabilità; sotto le ruote di un camion, o dentro a un container; per strada, cercando di sfuggire ad un controllo di documenti; oppure nei Cie, i Centri di Identificazione ed Espulsione.
Ma cosa sono questi Cie? In pratica sono dei lager dove si viene rinchiusi per uno “status”, come succedeva ai tempi della Germania nazista, e non per qualche specifico reato commesso. In questo caso lo “status” è quello di cittadino extracomunitario senza il “giusto” pezzo di carta. In tutto il territorio italiano sono presenti 13 Cie, dove vengono tenuti prigionieri – fino a 6 mesi!!! – immigrati irregolari neoarrivati, ma anche persone già presenti in Italia da anni che si sono ritrovate col permesso di soggiorno scaduto.
Queste strutture, così denominate dal 2008, hanno semplicemente preso il posto dei vecchi Cpt – Centri di Permanenza Temporanea – istituiti nel 1998 dalla legge sull’immigrazione Turco Napolitano, quando al Governo c’era il centrosinistra.
I nostri Governi vogliono dividerci usando termini come “noi” e “loro”, “italiani” e “stranieri”, “regolari” e “irregolari”. È dividendoci che raggiungono il loro scopo oppressivo, e che la solidarietà sia fastidiosa lo dimostrano gli ultimi arresti avvenuti a Torino nell’ambito dell’operazione di polizia contro l’Assemblea Antirazzista Torinese.
Martedi 23 febbraio scorso, 6 persone – tutte di nazionalità italiana – sono finite nelle maglie della repressione (3 di loro si trovano attualmente in carcere, mentre altre 3 sono costrette agli arresti domiciliari), “colpevoli” di essere stati solidali con le persone recluse nei Cie e di aver partecipato a manifestazioni volte alla chiusura di questi centri. Infatti i reati contestati sono di scarsa rilevanza penale: insulti, reati contro il patrimonio, resistenza a pubblico ufficiale. Tutti reati che normalmente, se si giunge alla condanna, si risolvono con una pena pecuniaria. Ma non in questo caso, dove è bastato inserire tra le accuse quella di “associazione per delinquere” per giustificare l’arresto. E nell’ambito di questa operazione è stata perquisita anche la sede di Radio Blackout, una radio libera di Torino, colpevole anch’essa di essere una voce pubblica contro il razzismo.
Esprimiamo quindi la nostra solidarietà ai compagni arrestati, a Radio Blackout, a tutti i migranti, e a tutte le persone – di qualsiasi nazionalità ed etnia esse siano – recluse in prigioni, carceri, lager, e centri per immigrati.
Per la libertà di movimento per tutti e tutte. Per la libertà.
FUORICONTROLLO SAVONA